Freidenker 12/2003.pdf

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(file: @@freidenker-200312.pdf@@)Nichts ausserhalb der Welt Der Glaube an einen Schöpfergott steht und fällt mit dem Nichts. Wenn nachgewiesen werden kann, dass in einem "Nichts" nichts, absolut nichts existieren kann, ist die Gottesidee schon erledigt. Und wenn dann noch nachgewiesen werden kann, dass es solch ein "Nichts" gar nicht gibt, dass dieses Nichts der Theologen nur als Vorstellung in unserem Gehirn existieren kann, nicht jedoch real ausserhalb desselben, dann ist diesem Gott jede Existenzmöglichkeit entzogen und die Gottesidee ist ebenfalls als eine Vorstellung ausgewiesen, die nur in unserem Gehirn, als Fantasiegebilde existieren kann, nicht jedoch real ausserhalb desselben. Im folgenden werden diese Nachweise erbracht. Gott soll schon existiert haben, bevor er die Welt erschuf. Gott war also imstande in einem absoluten "Nichts" zu existieren. Das Nichts wird dabei so betrachtet, als wäre es eine Art Super-Leere, oder Super-Vakuum, in welcher Gott residierte und in welchem sich das Universum befand, nachdem Gott Raum, Zeit und Materie erschaffen hatte. Das "Nichts" ist jedoch nur ein Synonym für "Nichtexistenz". Wenn nun behauptet wird, Gott residierte vor der Erschaffung der Welt in einem "Nichts", so bedeutet das nur, Gott residierte in "Nichtexistenz", und Nichtexistenz schliesst die Existenz von Raum, Zeit und Materie für immer aus. Also als es noch nichts gab, als es weder Raum und Zeit, noch Materie gab, als also noch nichts existierte, hatten wir die Nichtexistenz des Universums. Und diese "Nichtexistenz" bzw. das "Nichts" beschreibt nur einen Zustand und ist kein Bereich von der Art eines Vakuums, in welchem zum Zeitpunkt "X" plötzlich etwas entstehen kann. Ein Vakuum ist raumartig, ist leerer Raum. Ein Vakuum, das nicht einmal Raum enthält, d.h. ein Super-Vakuum gibt es nicht. Daher wo Nichtexistenz ist, wo "nichts" ist, kann nicht plötzlich Raum, Zeit und Materie sein. Die Welt ging demnach nicht aus einem "Nichts" hervor. In der Tat, die moderne Kosmologie lehrt heute, dass das Universum aus einem quantenmechanischen Grundzustand hervor ging. Bevor unser Universum entstand, war also schon etwas vorhanden. Das Universum befand sich vorher sozusagen einmal in einem Embryo-Zustand, der sich beim sogenannten Urknall in Raum, Zeit und Materie aufspaltete. Ausserdem gibt es nach den neuesten Theorien der Kosmologen (Physiker) nicht nur das uns bekannte Universum, sondern sehr wahrscheinlich unzählig viele, die alle kausal unabhängig von einander getrennt existieren. Diese Schlussfolgerung der Kosmologen erscheint auch plausibel, denn wenn es ein Universum gibt, warum soll es dann nicht irgendwie noch viele andere geben. Für das "Nichts" der Theologen mit dem im Nichts residierenden Gott ist in dieser "Vielwelten- Welt" natürlich kein Platz mehr. Aber nehmen wir einmal an, es gab einmal solch ein "Nichts", und Gott residierte in diesem absoluten "Nichts". Gott muss doch zumindest eine Form und Grösse gehabt haben. Ausserdem muss er sich doch von der Substanz her irgendwie vom Nichts unterscheiden können. Gott kann ja nicht einfach nur ein reines "Nichts" sein. Die Begriffe Form und Grösse setzen jedoch schon Raum voraus. Aber wo es keinen Raum gibt, daher in Nichtexistenz, gibt es keine Unterscheidungsmerkmale, wie Form und Grösse. Nur im Raum kann etwas eine Form und Grösse und auch Fortsetzung Seite 3 FREIDENKER 12/03 In allen grossen Religionen wird Gott als der Schöpfer des Menschen und der Welt, d.h. als Schöpfer des Universums betrachtet, und Gott soll schon existiert haben, als es das Universum noch nicht gab, als es noch nichts, absolut nichts gab, also als es weder Raum-Zeit, noch Materie gab, als es nur ein reines "Nichts" gab. Die Theologen behaupten also, dass Gott imstande war in einem absoluten "Nichts" zu residieren und zu regieren. Grosse und berühmte Denker haben zu allen Zeiten diese Gottesidee mit philosophischen Argumenten angegriffen und kritisiert. Trotzdem ist die Gottesidee noch am Leben, bzw. wird sie mit fragwürdigen Argumenten und Mitteln am Leben erhalten. Im Folgenden wird die Idee eines Schöpfergottes, der in einem absoluten Nichts residieren soll und der zum Zeitpunkt "X" das Universum erschaffen haben soll, mit der Logik eines Physikers unter die Lupe genommen und zerpflückt. THEMEN in diesem FREIDENKER Nichts ausserhalb der Welt 1, 3-4 Trennung von Staat und Kirche 2 Antirassismus-Kampagne 3 Verantwortung für die Welt in der wir leben 6 Leben bis zuletzt 7 1 Aule e crocifissi Il giudice Mario Montanaro del tribunale dell’Aquila ha disposto, con una sentenza, che il crocifisso venga tolto dall’aula delle scuole elementari di Ofena, borgo abruzzese alle pendici del Gran Sasso. Tale decisione ha scatenato un nugolo di polemiche nella vicina penisola, in cui esistono precise disposizioni legali (in particolare, un regio decreto del 1923) che ne prescrivono esplicitamente l’affissione nelle aule scolastiche e nei tribunali. La questione oggetto del contendere, al di là delle particolari norme di legge italiane, solleva ancora una volta la tematica dei rapporti tra stato e chiese, oggi di grande attualità, anche dopo le esplicite richieste da parte del Vaticano di includere dei riferimenti al cristianesimo nella costituzione europea. Il nocciolo del problema consiste nella diversità essenziale di finalità esistente tra manifestazioni caratteristiche della cultura di certe popolazioni, quali sono appunto le religioni, e norme che devono caratterizzare la condotta dello stato moderno. In particolare, queste ultime dovrebbero avere come obiettivo principale di garantire l’imparzialità dell’istituzione di fronte tanto ai singoli quanto a gruppi organizzati, come sono ad esempio le chiese. Tra i principî di fondo che costituiscono il fondamento dei moderni stati democratici occidentali, ve ne sono alcuni che hanno particolare importanza, come il rispetto della sfera individuale e l’uguaglianza dei diritti per tutti i cittadini. Nel momento in cui lo stato accetta di farsi latore di una certa visione religiosa, infrange entrambi questi principî, poiché si schiera con una parte della popolazione (poco importa se estremamente consistente o addirittura maggioritaria), imponendo all’altra una certa visione della realtà, mediante simboli, azioni ecc., come è nella fattispecie l’esposizione di un crocifisso in un’aula scolastica. La posizione corretta che l’istanza pubblica dovrebbe assumere è, invece, quella di limitarsi a garantire la libertà nell’esercizio di qualsiasi religione, nella misura in cui tale fatto non venga però ad implicare comportamenti o pratiche lesive dei diritti e dell’integrità dei cittadini o della sicurezza del paese. In tal senso, se da un lato la decisione del giudice Montanaro è espressione della corretta interpretazione dei principî Trennung von Staat und Kirche che dovrebbero stare alla base di uno stato moderno, dall'altro, invece, il fatto che ancora oggi sia in vigore un regio decreto emanato durante il ventennio fascista nell’ambito dei patti lateranensi è un'evidente manifestazione del fatto che l'Italia, a differenza degli altri paesi fondatori dell'UE, non ha compiuto fino in fondo la modernizzazione delle proprie istituzioni pubbliche. Ciò è dovuto, tra le altre cose, alla storia particolare della vicina penisola, nella quale la chiesa cattolica ha sempre giocato un ruolo importante, specie durante il ventennio fascista e nel dopoguerra. Emblematico al proposito è l'uso frequente in Italia del termine "laico", di derivazione religiosa, che, in contrapposizione ad "ecclesiastico" viene ad esempio impiegato per definire l'individuo che assume posizioni indipendenti da quelle cattoliche; risulta evidente che, in uno stato moderno, si dovrebbe parlare tout court di cittadino, indipendentemente dal credo religioso. Come da un lato l’istituzione pubblica dovrebbe assumere una posizione equidistante da tutte le religioni – e in questo senso vale la pena ribadire ancora una volta che ad esempio la rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche (come di qualsiasi simbolo di parte) è un atto sostanzialmente corretto –, dall'altro è suo compito garantire che determinate pratiche religiose non compromettano i dritti dei singoli cittadini. Un caso del genere è quello del velo islamico, che, indipendentemente dal fatto che sia un'usanza culturale, limita di fatto la libertà delle donne che lo portano. Entrano in questo caso in conflitto due aspetti importanti: da un lato la possibilità per il singolo di operare determinate scelte e dall’altro il dovere dello stato di garantire l’uguaglianza dei diritti per tutti i cittadini. È evidente che il fatto di dover portare il velo compromette gravemente i diritti della donna, e a favore di tale pratica non si possono certo addurre attenuanti di ordine storico-culturale, perché in tal caso occorrerebbe giustificare pratiche quali l’infibulazione o addirittura la lapidazione praticata in Nigeria. Di conseguenza, nonostante che la proibizione di portare il velo appaia a prima vista un’intrusione nella sfera individuale, nei fatti tale azione evita che la donna in quanto tale sia oggetto di discriminazione, ed è pertanto giustificata. In conclusione, appare oggi più che mai necessario che lo stato moderno rafforzi il suo ruolo di garante e la sua indipendenza di fronte a singoli e gruppi organizzati, siano essi religiosi, politici, economici ecc. Ma, in particolare, con i tempi che corrono, è necessario evitare che il rapporto già oggi problematico tra oriente ed occidente scivoli sulla strada della contrapposizione religiosa, in un quadro che probabilmente non vedrebbe vincitori di sorta, ma un sicuro perdente: la democrazia e tutti i principî di civiltà che la contraddistinguono nelle sue forme più evolute. Giorgio Ostinelli Da "La Regione Ticino" del 28 ottobre 2003. Anmerkung der Redaktion Die Sektion Ticino zählt bereits über 70 Mitglieder. Künftig wird deshalb ab und zu ein Artikel in italienischer Sprache erscheinen. Nutzen Sie die Gelegenheit, die eigenen Sprachkenntnisse aufzufrischen! Der nebenstehende Artikel bezieht sich auf den Prozess eines Muslims gegen eine italienische Gemeinde im Streit um das Kruzifix in den Schulzimmern. Das positive Urteil des erstinstanzlichen Gerichtes hat Empörung bei den Katholiken hervorgerufen, auch im Tessin. Der Autor greift die Grundsatzfrage der Beziehung von Staat und Kirche auf, nicht zuletzt im Hinblick auf den Entwurf der europäischen Verfassung. Er plädiert für Zurückhaltung und strikte Neutralität des modernen demokratischenStaatesgegenüberjeglichen kulturellen Gruppierungen und ihren Symbolen. Die Grenze der Toleranz des Staates setzt er dort, wo religiöse Praktiken die Rechte seiner BürgerInnen beschränkt, so etwa im Fall des islamistischen Schleierzwangs. Gegen das Kulturargument wendet er ein, dass damit auch etwa die Beschneidung oder die Steinigung gerechtfertigt werden könnte. Aus der übergeordneten Sicht des Diskriminierungsverbotes stelle das Schleierverbot zwar ein Eingriff in die persönliche Freiheit dar, dieser sei aber gerechtfertigt. Mehr denn je müsse der Staat seine Rolle als Garant der Neutralität in der Auseinandersetzung der rc Weltanschauungen wahrnehmen. 2 FREIDENKER 12/03 Voll daneben Die Plakat-Kampagne der Stiftung gegen Rassismus und Antisemitismus (GRA) ist in den Medien auf breite Kritik gestossen. Von den sechs Sujets greifen drei tatsächlich vorhandene Vorurteile auf: "Juden sind geldgierig", "Kosovo-Albaner klauen" und "Thailänderinnen sind Prostituierte". Wo Vorurteile so weit verbreitet sind, könnte man sie vielleicht mit Provokation entkräften. Es stellt sich allerdings die Frage, ob bei dieser Kampagne die Antwort, die Erstaunen oder Nachdenken auslösen will, bei den Betrachtern überhaupt ankommt: Bei Tests mit Passanten zeigte sich offenbar, dass das Kleingedruckte bei allen Personen weniger als drei Prozent der Aufmerksamkeit erregt. Wer das Plakat nur drei Sekunden betrachtet, was bei Plakaten die Regel ist, fixiert zu über 90% das rassistische Bild mit dem gross geschriebenen Vorurteil und höchstens zu 10% die Auflösung. Zwei der sechs Plakate lösen Unverständnis aus oder kreieren gar neue Vorurteile, denn unwillkürlich fragt man sich, was Tamilen in Restaurants oder Türkinnen mit Müllsäcken machen. (Wer sagt übrigens in der Schweiz schon Müllsack?). Organisationen der Schwarzen weisen mit Recht darauf hin dass ihr Fall besonders problematisch ist. Das Plakat zeigt als einziges einen Hintergrund: Aha, der Schwarze ernährt sich offenbar von Bananen und Kokosnüssen, wenn er nicht sogar überhaupt noch in den Bäumen haust. Der Text suggeriert die Bedrohung des weissen Mannes durch den als sexuell potenter eingestuften Schwarzen. Die kleingedruckte Pointe gibt zwar eine Anwort auf die formulierte Frage, das Bild vom schwarzen Bananen- und Kokosnussfresser bleibt jedoch unwidersprochen. Wessen Vorurteile können hier verändert werden? Das Vorurteil vom sexuell überlegenen Schwarzen, dürfte kaum mehr weit verbreitet sein. Umso schlimmer, wenn ein "ausgestorbenes" Vorurteil durch eine Kampagne neu belebt würde! Wenn das Vorurteil aber tatsächlich noch besteht, dann allenfalls bei Männern über 50 mit Potenzängsten. Die Form der Botschaft spricht diese Altersgruppe aber möglicherweise nicht besonders an. Umgekehrt sind jüngere Menschen durch Kino- und andere Werbung auf Ironie getrimmt. Bei ihnen dürfte jedoch das Vorurteil gegenüber Schwarzen ein anderes sein, sie haben vielleicht eher den schwarzen Asylbewerber im Kopf, der mit illegalen Drogen zu tun hat. Weil Stil und Botschaft unterschiedliches Publikum ansprechen, kann davon ausgegangen werden, dass die Kampagne ihr Ziel in jedem Fall verfehlt hat. Grafik im SVP-Stil: Wer die SVP kritisch beobachtet, wird die Plakate genau lesen und die ganze Botschaft mitkriegen. Wer der SVP nahe steht, wird sich eher mit der gross geschriebenen, halben Botschaft identifizieren und es dabei bewenden lassen. Es ist anzunehmen, dass fremdenfeindliche Kreise so nicht erreicht werden. Im schlechtesten Falls werden neue und alte Vorurteile gefestigt. Stiftungspräsident Sigi Feigel und die Werbeagentur (Wirz) spielen die Kritik herunter. Sie freuen sich über die Irritation und das Medienecho der Kampagne. Kritiker dazu: "'Es wird wenigstens darüber gesprochen', ist immer die Ausrede, wenn jemand nicht weiss, ob seine Kampagne wirklich funktioniert."* Es geht auch anders Wie sich positive Irritation erzeugen lässt, hat jene eindrückliche Kampagne von Pro Infirmis gezeigt, bei der Eltern mit ihren behinderten Kindern abgebildet waren – es braucht keine plumpe Grafik, die Abbildung gewöhnlicher Menschen ist im Plakatwald der Supermodels nämlich auffallend genug. Reta Caspar *http://www.rhetorik.ch/Aktuell/Aktuell_Oct_11_2003.html Wir lassen uns nicht behindern R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R RRRRRRRRRRRRR R Eine Spende R zur Jahreswende? R Dieser Ausgabe des FREI- R DENKERs liegt – wie jedes R Jahr – ein Einzahlungsschein R für eine freiwillige Spende R R zugunsten der FVS bei. Wir wissen, dass solche zur R Zeit von allen Seiten in Ihr R Haus flattern. Falls Sie jenen R der FVS berücksichtigen, neh- R men wir es als Zeichen der R Anerkennung unserer Arbeit R R entgegen. R Mit herzlichem Dank R und den besten R Neujahrs-Wünschen R für Sie R und Ihre Angehörigen. R Der Zentralvorstand R RRRRRRRRRRRRR aus den Sektionen Winterthur Rund 70 Interessierte haben die engagierte Diskussion zur Frage "Ethikkrise in der Wirtschaft?" mitverfolgt. Das Podium war sich in der Analyse einig: Wenn Bilanzen gefälscht, immense Abgangsentschädigungen kassiert und nur auf kurzfristigen Profit hin gewirtschaftet wird, fehlt es an der Ethik. Nationalrätin Jacqueline Fehr setzte bei den Managern an: "Wer kommt vorwärts: jener der umsichtig handelt, oder jener, der primär zielstrebig ist?" Entsprechend warb sie in erster Linie für eine breiter angelegte Ausbildung der Führungskräfte. Alt-Bundesrat Friedrich betonte die Notwendigkeit, den Sinn für das Mass wiederzubeleben und die immaterieller Bedürfnisse wie Gemeinsinn und Menschlichkeit wieder höher zu bewerten. Stadtrat Hans Hollenstein zeigte sich überzeugt, dass langfristig nur jene Firmen überleben werden, die sich auch um Mensch und Umwelt kümmern. Der Unternehmer Hannes W. Keller stellte ebenfalls einen positiven Zusammenhang zwischen ethischem Handeln und unternehmerischem Erfolg her. Der Ethiker Klaus Peter Rippe nahm auch die KonsumentInnen und AktionärInnen in die Pflicht: Wir alle sind gefordert, uns beim Einkaufen und Wählen an ethischen Kriterien zu orientieren. Landbote 21.11.03 rc FREIDENKER 12/03 3 Fortsetzung von Seite 3 eine Substanz haben. Im Nichts gibt es auch keinen Zeitablauf, denn Zeitablauf setzt Raum und Materie voraus, die sich bewegt und verändert. Im Nichts gibt es nichts, das sich bewegen und verändern kann. Im Nichts gibt es demnach keine Uhren und für Gott gibt es darum keine Möglichkeit einen Zeitpunkt "X" für die Erschaffung der Welt zu bestimmen. Im Nichts verliert darum alles seine Merkmale, und auch ein Gott würde sich durch nichts von diesem Nichts unterscheiden können, würde mit diesem Nichts verschmelzen und mit ihm identisch werden, würde seine Existenz verlieren. Das gilt auch, wenn man sich Gott als von geistiger Substanz vorstellt, was immer man dabei unter geistiger Substanz verstehen mag. Wollte Gott seine Identität behalten, dann müsste dieses Nichts die Raum und Zeit sein. Nur in Raum und Zeit gibt es Existenz. Im "Nichts" gibt es keine Existenz, denn das Nichts ist Nichtexistenz. Aber Raum und Zeit ist immer gleichzeitig mit Materie verbunden. Das heisst, Gott könnte nur innerhalb des Universums existieren, wenn es ihn gäbe. Aber dann kann Gott kein Schöpfergott sein, sondern ist beim Urknall mit dem Universum mitentstanden – als vergängliche Kreatur. Nehmen wir nun einmal an, das Universum wäre durch Gott im Nichts und aus dem Nichts erschaffen worden. Dann müsste es jetzt doch logischer Weise von diesem Nichts umgeben sein, damit Gott weiterhin in seinem "Nichts" zuhause sein kann. Aber im Nichts gibt es keine Unterscheidungsmerkmale, im Nichts kann sich nichts durch nichts von diesem "Nichts" unterscheiden. Das heisst, im "Nichts" kann nichts eine Struktur, eine Form und Grösse haben und das Universum als Ganzes gesehen, als ein Ob- jekt gesehen, würde sich im Nichts durch nichts von diesem Nichts unterscheiden können, würde im Nichts mit diesem Nichts verschmelzen und identisch werden, würde seine Existenz verlieren, bzw. würde im Nichts nicht existieren können, denn das Nichts ist Nichtexistenz. Nun wissen wir jedoch, dass das Universum existent ist, demnach kann es solch ein "Nichts" ausserhalb des Universums gar nicht geben, sondern es muss ausserhalb des Universums wieder nur Raum-Zeit sein, damit das Universum existent sein kann. Aber wenn es ausserhalb unseres Universums nun kein Nichts gibt, kann es solch ein "Nichts" und mit ihm Gott auch nicht gegeben haben, als das Universum noch nicht existierte. Es ist also falsch zu glauben, dass es ausserhalb des Universums eine grosse Leere, oder ein Super-Vakuum, oder ein Nichts bzw. einen Bereich von Nichtexistenz gibt, oder dass es ein Jenseits von Raum und Zeit gibt. Und es ist somit auch falsch zu glauben, dass die Welt von einem Gott, der im Nichts residierte, erschaffen wurde. Das "Nichts" der Theologen mit einem im Nichts residierenden Gott, der zum Zeitpunkt "X" die Welt mit Himmel und Holle erschuf, ist somit ein Unmöglichkeit und eine unübertroffene Absurdität. Es gibt also weder jenes "Nichts", noch gibt es oder gab es einen in diesem Nichts residierenden Gott. Diese Vorstellungen können nur in unseren Gehirnen als Fantasiegebilde existieren, nicht jedoch real, ausserhalb des Gehirns. Sie sind reine Fantasie. Die Vorstellung eines "Nichts" ausserhalb des Universums setzt zudem eine unsichtbare Wand an der Übergangsstelle zum "Nichts" voraus. Man stelle sich einen Weltraumreisenden vor, der plötzlich diese unsichtbare Übergangsstelle von Raum und Zeit zum "Nichts" erreicht hat. Ein Schritt weiter und er ist im Nichts spurlos verschwunden. Aber nicht nur dieser Weltraumreisende würde im Nichts spurlos verschwinden, wenn er das Universum verlassen wollte, das Universum selbst, aus dem er heraustritt, würde im Nichts schon lange verschwunden sein, und zwar in dem Moment, wo Gott dieses Universum angeblich erschuf. Es würde im Nichts gar nicht existieren können und sofort wieder verschwinden, wie jener Weltraumreisender. Wir erkennen, wie absurd diese Vorstellung eines Nichts ausser-halb der Welt ist. Da es nun kein Nichts ausserhalb des Universums gibt, kann es auch keine solchen jenseitigen Bereiche wie Paradies und Hölle, oder sonstige Bereiche als Aufenthaltsort der Seelen der Gottgläubigen, der Seelen der Ungläubigen oder der Seelen der islamischen Märtyrer und Soldaten Allahs, usw. usw. geben. Aber wenn es keinen Aufenthaltsort für all diese Seelen gibt, dann kann es auch die Seelen selbst gar nicht geben. Mit Gott sind also auch die Seelen verschwunden, und wir alle werden von nun an ohne Seele leben müssen! Aber wenn es keinen Gott gibt, dann kann es auch nie einen Gottessohn namens Jesus Christus und keine Wunder vollbringende Gottesmutter "Maria" gegeben haben. Für den Christen bedeutet das, dass er von nun an sündenfrei leben muss, denn es gibt ja keinen Gottessohn, der ihm seine Sünden vergeben kann. Wenn es nun kein "Nichts" ausserhalb des Universums gibt, dann hat das natürlich Konsequenzen Raum und Zeit betreffend. Aus der Grunderkenntnis, dass nur in Raum und Zeit etwas existieren kann, folgt nämlich, 4 FREIDENKER 12/03 dass wir ausserhalb des Universums nur Raum und Zeit, haben können, damit das Universum existent sein kann. Und wo immer wir uns eine Grenze denken, müssen wir wieder Raum-Zeit jenseits der Grenze postulieren, damit das Ganze innerhalb der Grenze existent sein kann. Dieses setzt sich bis ins Unendliche fort. Wir haben somit eine unendliche "Raum-ZeitWelt" vor uns. Diese "Raum-Zeit-Welt" kann jedoch nicht leer sein oder irgendwo gerade ein einziges Universum, nämlich unseres beherbergen, denn ein Universum ist wegen seiner "Big-Bang" Abkunft immer von zwar gewaltiger, aber endlicher Grösse. Zudem setzt die Dualität "Raum-Zeit" die Existenz von Materie voraus. Ohne Materie keine Raumintervalle und ohne Materie, die sich verändert und bewegt, keine Zeitintervalle, ohne Materie also keine Raum-Zeit, und wo immer wir Raum-Zeit haben, muss auch Materie sein. Es muss darum unendlich viele Universen in dieser unendlich grossen "Raum-Zeit-Welt" geben, da ein einziges Universum immer nur eine endliche Grösse haben kann. Und diese unendliche "Vielwelten-Welt" existiert für immer und ewig, aber die einzelnen Universen entstehen und vergehen; sie sind von endlicher Grösse und haben auch nur eine endliche Existenzdauer. Die Argumentation über das "Nichts" hat uns zu der "Vielwelten-Welt" der modernen Kosmologie geführt, die von den Kosmologen jedoch mit anderen Argumenten begründet wird. Aus der Erkenntnis, dass es Gott real nicht geben kann, ergeben sich natürlich weitere, schwerwiegende Konsequenzen. Zum Beispiel die Fortsetzung der sogenannten religiösen Erziehung, der Religionsunterricht für die Kinder an den Schulen, ist nun nicht mehr zu rechtfertigen. Und selbstverständlich sind die Priesterausbildungsstätten zu schliessen. Die Nichtexistenz Gottes hat jedoch noch weitere Konsequenzen, die Kirche selbst betreffend. Bald nachdem die Kirche sich fest etabliert hatte, fand sie es nötig, etwas zu tun, um auch die Gebildeten und Herrschenden ansprechen zu können – um ihren Machtbereich weiter auszudehnen. Man erkannte, dass es dazu erforderlich war, dem Christentum eine philosophische Basis zu geben. Im Rahmen dieses Planes wurden die griechischen Philosophen Platon und Aristoteles bemüht. Man erkannte plötzlich, dass Platon und später Aristoteles mit dem Christentum angeblich vieles gemein hatten. Einige hundert Jahre später war das allerdings plötzlich nicht mehr wahr (Geburt und Tod der Scholastik). In der Zeit die folgte, entstanden auch die sogenannte Gottesbeweise, denn die Gebildeten und Herrschenden würden Fragen stellen und Beweise sehen wollen. Die bedeutendsten Beweise für die Existenz Gottes waren das ontologische Argument, das kosmologische Argument und das teleologische Argument. Wir können hier nicht auf die Details eingehen, da wir hier nicht Philosophie betreiben können. Es sei lediglich gesagt, dass bis zu der Zeit des grossen Philosophen Immanuel Kant (1726 - 1806) jedermann von der realen Existenz Gottes und des Teufels (und der Hexen, der Bräute des Teufels) überzeugt war. Immanuel Kant wies nach, dass diese sogenannten Gottesbeweise alle falsch waren. Der allererste Kritiker, war jedoch nicht Kant, sondern der Engländer David Hume (1711-1776), der mit seinen Kritiken überhaupt alles ins Rollen brachte. Nach Kant kamen viele andere grosse Denker. Seitdem fand bis zur Gegenwart eine scharfe Auseinandersetzung mit der Kirche statt. Heute vertritt die Kirche den Standpunkt: "Die reale Existenz Gottes lässt sich zwar nicht stichhaltig beweisen, aber man könne auch nicht die Nichtexistenz Gottes stichhaltig beweisen". Diese Standpunkt der Kirche ist seit dem Jahre 2003 überholt und falsch; die Nichtexistenz Gottes ist hier und heute stichhaltig bewiesen worden. Welche Konsequenzen wird die Kirche nun aus dieser neuen Situation ziehen? Wann wird sie ihre Tore schliessen? Alfred Bahr Dieser Artikel erschien erstmals unter dem Titel "Das Problem der realen Existenz Gottes aus der Sicht eines Physikers" in "Aufklärung und Kritik", Heft 20, Oktober 2003, 10. Jahrgang, Nr. 2., Zeitschrift für freies Denken und humanistische Philosophie, herausgegeben von der Gesellschaft für kritische Philosophie Nürnberg. Der Abdruck erfolgt mit der ausdrücklichen Genehmigung des Autors und ohne Honorar – herzlichen Dank. Alfred Bahr ist Physiker mit amerikanischem Studium und einem "Masters of Science Degree". An der New York University hat er auch mehrere Philosophie-Vorlesungen gehört. Die Fortsetzung des Studium zur Promotion war wegen Geldmangels und familiärer Problemen nicht möglich, trotz Honor-Student Status. Geboren ist er in derselben Stadt, in der der grosse Philosoph Immanuel Kant lebte und wirkte, in Königsberg. Nach seinem Physikstudium war er viele Jahre in der Raumfahrtforschung und auf dem Gebiet der Satellitentechnologie tätig. Heute forscht er zum Thema Kosmologie. Daraus erklärt sich auch sein Interesse an philosophischen und religiösen Fragen. FREIDENKER 12/03 5 Verantwortung für die Welt in wir leben Zum Beitrag "Humanistisches Manifest III", FREIDENKER 10/03: Vor allem danke ich für diese umfassende, treue Berichterstattung die eine so wichtige Sache wie die Entwicklung der humanistischen Bewegung in die Mitte stellt. Die religiöse Erneuerung, die sich zum Teil selbst versteht als eine Abkehr von Religion hat viele Gesichter und doch scheint es mir, dass sie in ihrer weiteren Entwicklung in ein neues gemeinsames Weltbild zusammen fliessen. Der Ausdruck "FREIDENKER" sagt zunächst nur, dass überalterte, dogmatische Bindungen fort geschoben werden, zum Teil verbunden mit der Meinung, dass sie keinen Ersatz brauchen. Die alte "Blinddarmfrage": Was soll dem Menschen statt der Religion gegeben werden, bzw. Braucht der Mensch einen "Ersatz" für überwundene Irrwege? Für jeden der an der "Befreiung" mitgearbeitet hat, eine lächerliche Frage! Wie ein herausgeschnittener Blinddarm im Operationssaal werden religiöse Modelle für den Himmel, die Hölle und die Erlösung in den Abfallkorb geworfen, man ist froh sie los zu sein und braucht nichts mehr. Für diejenigen die ohne Religion erzogen werden, zeigt sich eine andere Erscheinung: ausser ihren Zwängen, war die Religion auch Erfüllung gewisser menschlicher Bedürfnisse. Zunächst die Neugier: wie hängt dieses wundersame Getriebe in sich und mit uns zusammen? Religionen geben Antwort, entweder unmittelbar in dem sie Schöpfungsgeschichten und ähnliches erzählen, oder mittelbar: "Gott weiss alles was du nicht weisst, das ist gut so, du musst ihm nur vertrauen!" Wer gibt ohne Religion Antwort? Die Wissenschaften tun es nicht. Sie unHin und wieder denke ich, dass meine Existenz doch berechtigt ist. Forum Bearbeitung mathematischer und technischer Fragen, für das Wohl der Nächsten oder für das Wohl aller. Die Wertbildung und Wertübertragung des Einzellebens auf ein grösseres, ideales Ziel ist weithin in vollem Fluss, zum Teil sogar innerhalb Religionen als ihre Erneuerungsbewegungen, weil sie fühlen, dass die Zeit ihrer dogmatischen Gehäuse vorbei ist. Der Humanismus hat in Einvernehmen mit den "westlichen Werten" viel vom Christentum übernommen. Nicht das kosmische Modell mit Schöpfung und jüngstem Gericht, nicht die menschliche Erlösung durch das Gottesopfer, aber die Sonderstellung des Menschen und die verbindende Nächstenliebe die über Völker, Sprachen und Kulturen hinweg alles, was Menschenantlitz trägt, schützen und pflegen will. Diese Sonderstellung wurde in der westlichen Entwicklung gerade in der Aufklärung unterstrichen mit den Begriffen lebendige und tote Materie. So war die Abgehobenheit des Menschen über das technisch Berechenbare noch unterstrichen und vergrössert durch seine Abgehobenheit über das "instinktiv Lebende". Eine solche Überheblichkeit kennen wir aus anderen Religionen nicht, weder aus dem vorchristlichen Denken Europas, noch aus den östlichen Hochreligionen oder den sogenannten Naturreligionen. Das kommt krass zu Bewusstsein, wenn im Humanistischem Manifest III ethische Werte grundsätzlich aus menschlichen Bedürfnissen abgeleitet werden. Neben den "Freuden und Schönheiten des Lebens" und dem "reichen Erben der menschlichen Kultur" (aus dem 4. Grundsatz), die dem Menschen "Geborgenheit" und "Ermutigung" vermitteln, wird gerade noch zugestanden, dass es auch Bürgerpflicht ist, "eine planetarische Pflicht, die Integrität, Vielfalt und Schönheit der Natur so zu schützen, dass sie als Lebensgrundlage erhalten bleibt". Das Menschsein bleibt Höchstwert, die höchsten Ideale der Menschheit zu denen hin sie sich entwickeln sollen, werden nicht weiter genannt. Aber: "Die Verantwortung für unser Fortsetzung S. 7 unten rechts tersuchen alles, geben Teilantworten und erfinden nützliche Dinge und auch anderes, vor allem neue Fragen, die sich endlos ausweiten und für die sie auch viel Geld brauchen. Es entwickelt sich vieles und schliesslich stehen wir verblüfft vor der Weisheit von Leibniz, der sagte: "Die einzige Frage, die man nie wird lösen können, ist die : WIESO GIBT ES ÜBERHAUPT ETWAS?" Dann die Selbstannahme: wozu bin ich denn auf der Welt? Religionen geben Antwort, ob sie nun den Menschen als Selbstdarstellung, Selbstentwicklung, Kinder oder Helfer eines persönlichen Gottes oder irgend einer Macht nennen. Die Bejahung des eigenen Daseins, die in Widerlichkeiten oder Unglück verloren gehen kann, ist gehalten und gebunden durch eine Verbindung mit noch ihm übergeordneten Wert. Dann das Lebensziel: der gesunde Mensch hat es in sich: satt werden und Kinder gross ziehen ist das ursprünglichste. "Das Schöne lieben, den Tod nicht scheuen" wie es ein alter Spruch zusammen fasst. Die Begeisterung für etwas, das den Menschen überdauert und im Grunde wichtiger ist als er selber, denn das liegt doch im Wort "lieben". Die Sinnübertragung unseres kleinen Daseins in einen grossen Zusammenhang. Wir sehen mit Staunen, dass die drei Bedürfnisse nach einer Abrundung des Weltbildes, nach der Annahme des Seins und dem Sinn des menschlichen Lebens sich plötzlich melden, wenn es keinen Kampf mehr gibt um die Freiheit menschlichen Empfindens und Denkens. Wie war das mit dem Blinddarm? Statt der Religion haben sich, fast gleichzeitig mit der Loslösung von ihr neue Wertequellen erschlossen. Man hat nun eine Weltanschauung, man gründet Vereine, man sucht und findet Grundsätze und stellenweise gibt es wieder recht massive Feindschaften gegen die, die andere Grundsätze haben. Für Zusammengehörigkeitsgefühle gibt es immer Grundlagen. Heimat, Sprache, politische Parteien, unpolitische Sportvereine, künstlerische, medizinische, wissenschaftliche Vereinigungen, Gewerkschaften, Eliten in Schach und Geigenspiel, für die 6 FREIDENKER 12/03 Ausgehtipp Leben bis zuletzt Über Tausende von Jahren wurden kranke Menschen vorwiegend lindernd, also palliativ, betreut. In den letzten hundertfünfzig Jahren haben wissenschaftliche Erkenntnisse und technische Entwicklungen die Heilung in vielen Fällen möglich gemacht und die Linderung eher in den Hintergrund gedrängt. Jährlich sterben trotzdem . viele Menschen an schweren Krankheiten. Nicht selten wird dies mit therapeutischem Versagen assoziiert. Palliative Care sieht das anders. Während vielleicht nichts mehr gegen die Krankheit getan werden kann, bestehen noch unzählige Möglichkeiten, etwas für die Betroffenen und ihre Nächsten zu tun. Beschwerliche Symptome, wie z.B. Schmerzen oder Atemnot, werden mit speziellem Fachwissen gelindert. Sorgen, Ängste und psychische Belastungen können angesprochen, ausgedrückt und ernst genommen werden. Wenn eine Verbesserung der Lebensqualität gelingt, wird Sinnfindung im letzten Lebensabschnitt möglich. Die Ausstellung bietet die Gelegenheit, sich über palliative Begleitung zu informieren und will einen Beitrag dazu leisten, dass Sterben wieder seinen Platz im Leben erhält. leben bis zuletzt Ausstellung im Stadthaus Zürich, Stadthausquai 17, 8001 Zürich, bis 30.1.2004. Mo–Fr. 9–18 Uhr, Sa./So. sowie 24.12.03 – 4.1.04 geschlossen in den Sektionen Basel - Union Jeden letzten Freitag im Monat ab 19 Uhr: Freie Zusammenkunft im Restaurant "Storchen" Basel. Jeden 2. Dienstag im Monat: Vorstandssitzung um 19 Uhr Basel -Vereinigung Jeden letzten Donnerstag im Monat 15 bis ca. 17.30 Uhr: Donnerstag Hock Restaurant "Park", Flughafenstr. 31. Bei schönem Wetter im Gartenrestaurant. Grenchen Freitag, 12. Dezember ab 19.30 Uhr Freie zusammenkunft im Sääli Restaurant "Metzgerhalle" Grenchen Mittelland Samstag, 6. Dezember ab 15 Uhr Freie Zusammenkunft Hotel Arte, Kongresszentrum, Riggenbachstrasse 10, 4600 Olten Winterthur Sonntag, 7. Dezember Liechterfäscht Rest. "Chässtube" Siehe persönliche Einladung. Zürich Sonntag, 14. Dezember 11 Uhr Sonnwendfeier Siehe pers. Einladung, Anmeldung bis 12. Dezember. Fortsetzung von Seite 6 "Also abgemacht: Ich glaube an dich, und du glaubst an mich!" Leben und die Welt in der wir leben, liegt bei uns – nur bei uns" (Schlusssatz). Alle unsere Wissenschaften fügen den Menschen in den Gang einer Entwicklung ein, die ihn zum Kind oder Bruder in einer grossen Seinsgemeinschaft machen. Seine Sonderstellung bezieht sich nicht auf alle Gebiete, seine Pflichten sind nicht nur auf den Menschen gerichtet, sondern die "Verantwortung für die Welt in wir leben", die der Humanist ja anerkennt, begründet auch ethische Werte, die nicht nur aus menschlichen Bedürfnissen, sondern auch aus Bedürfnissen nichtmenschlichen Lebens abgeleitet sind, die unsere Zuwendung, ich möchte sagen "Geschwisterliebe" brauchen. Dass der Humanismus zu den wertvollsten Nachfolgern der Religion gehört, wird damit nicht bezweifelt. Dr. Ilse Weikmann, Wien FREIDENKER 12/03 7 FVSFreidenker-Vereinigung der Schweiz Mitglied der Weltunion der Freidenker und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union Trauer Feiern Basel (Vereinigung) 061 401 35 19 oder 061 321 31 48 Basel (Union) 061 321 39 30 oder 061 601 03 23 Bern Regional- und Orts- Gruppen Freidenker-Vereinigung Basel und Umgebung Postfach 302, 4012 Basel *auch Fax Präsidentin: Y. Andrek 061 401 35 19* Vizepräsidentin: B. Bisig 061 321 31 48* Kassier: R. Wenger Tel. 061 692 86 27 Fax 061 692 86 28 Mitgliederdienst: R. Frey 061 421 12 80 Freidenker-Union Region Basel USF Postfach 4471, 4002 Basel Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Infos: 061 321 39 30, 061 601 03 23 Mitgliederdienst: 061 321 39 30 Postkonto: 40-4402-5 Bestattungsfonds: 40-4007-5 FVS-Ortsgruppe Bern Postfach 554, 3550 Langnau Präsident: D. Aellig 034 497 30 60 Mitgliederdienst: J. Kaech 031 372 56 03 Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes, 1285 Avusy Président: J.P. Bouquet 022 756 40 49 tél. et fax Sektion Grenchen und Umgebung Postfach 451, 2540 Grenchen Auskünfte: Peter Hess, Präsident 032 645 38 48 oder 076 376 38 48 Mitgliederdienst/Krankenbesuche: Lotti Höneisen 076 53 99 301 Sektion Luzern-Innerschweiz Postfach 2908, 6002 Luzern Präsident: E. Ochsner 041 440 76 36 FVS Mittelland Postfach 637, 4600 Olten Präsident: W. Zollinger 062 293 39 30 Freidenker Schaffhausen Postfach 186, 8222 Beringen Kontaktperson: A. Leu 052 685 23 03 FVS-Regionalgruppe St. Gallen St.Georgenstr. 218b, 9011 St.Gallen Präsident: E. Diem 071 222 47 54 Mitgliederdienst: S. Breitler 071 351 29 81 Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori (ASLP) Sezione Ticino Casella postale 721, 6902 Paradiso Presidente: R. Spielhofer 091 994 21 45 Association vaudoise de la Libre Pensée Case postale 131, 1000 Lausanne 17 Président: J.P Ravay 022 361 94 00 Secrétariat: 026 660 46 78 Winterthurer Freidenker Postfach 1806, 8401 Winterthur Präsident: J.L. Caspar 052 337 22 66 Sekretariat: D. Dünki 052 222 98 94 FVS-Ortsgruppe Zürich Postfach 7210, 8023 Zürich Präsident ad interim: H. Rutishauser Tel. und Fax 01 463 16 55 Mitgliederdienst: M. Dobler 01 341 38 57 034 497 30 60 oder 031 372 56 03 Grenchen 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Luzern und Innerschweiz 041 420 45 60 oder 041 440 76 36 Schaffhausen 052 337 22 66 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 37 12 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zürich 01 463 16 55 Falls unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen ist: Zentralsekretariat FVS 032 641 26 24 oder 052 337 22 66 FREIDENKER - BIBLIOTHEK Zürich, im Sozialarchiv Stadelhoferstr. 12 (Nähe Bellevue) Bücherausgabe: Mo. - Fr. 10–20 Uhr Sa. 10–13 und 14–16 Uhr Auskunft: 01 251 80 66 FVS Zentralsekretariat Zentralkasse Mitglieder melden ihre Adressänderungen bitte an die Sektionen. Zuschriften an den Vorstand, Adressänderungen Nichtmitglieder, Auskünfte, Materialbestellungen an: Zentralsekretariat FVS Postfach 217 CH-2545 Selzach Tel. 032 641 26 24 Fax 032 641 26 25 Internet: www.freidenker.ch Postkonto: 84-4452-6 Adressänderungen an: Postfach 217 CH-2545 Selzach Impressum Redaktion Reta Caspar Rainweg 9 031 911 00 39 3052 Zollikofen e-mail: reta.caspar@swissonline.ch Erscheinungsweise monatlich Redaktionsschluss 15. des Vormonats Jahresabonnement Schweiz: Fr. 30.– inkl. Porto Ausland: Fr. 35.– inkl. Porto (B-Post) Probeabonnement: 3 Monate gratis Druck und Spedition Basler Druck+Verlag AG, bdv Postfach, 4010 Basel ISSN 0256-8993, Ausgabe 12/2003 Namentlich gekennzeichnete Beiträge können, aber müssen nicht mit der Ansicht der Redaktion übereinstimmen. 2545 Selzach AZB