Freidenker 05/2006.pdf

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(file: @@freidenker-200605.pdf@@)libero pensatore 91. Jahrgang Nr. 5 Mai 2006 Willkommen in Bern, liebe Delegierte und Gäste aus der ganzen Schweiz! Bern ist natürlich Bundesstadt, also Hauptstadt der PolitikerInnen und der Verwaltungsmenschen. Bern ist Diplomatenstadt, mit z.T. rund um die Uhr bewachten Botschaften. Bern ist auch Unesco-Welterbe-Stadt, geprägt vom Ancien Régime der Berner Aristokratie, die erst durch Napoleon 1798 entmachtet wurde. Bern ist berühmt für seinen Bärengraben und sein immer noch in der Planung steckendes Projekt, die Bären endlich bärenwürdiger unterzubringen. (Dass die – jeden Frühling medienwirksam präsentierten – Jungbären infolge Platzmangels im Laufe des Jahres geschlachtet und jahrelang in gewissen Berner Restaurants als Delikatesse vertilgt wurden, wollte die Öffentlichkeit lieber nicht wissen.) Bern ist heute international bekannt als Standort des Paul Klee-Zentrums, der vom Architekten Mario Botta geschaffenen "Welle", sichtbar von der Autobahn Bern-Thun. Bauwerk und Sammlung allein sind eine Reise nach Bern wert. Sie werden auch schon angetönt bei der Ankunft per Bahn von Westen her, wo die "Welle von Bern", eine neue, ebenfalls wellenförmige Perronbedachung, die Reisenden im kürzlich renovierten Bahnhof Bern begrüsst. Für Sportbegeisterte ist Bern mit seinem "Stade de Suisse" auch Sportzentrum und sorgt regelmässig für Schlagzeilen und Wellen aus der wichtigsten Nebensache der Welt. In Bern steht das Einstein-Haus, an der Kramgasse 49, wo der Physiker und Humanist 1903 bis 1905 in einer "Die Besoldung von Geistlichen aus allgemeinen Steuergeldern im Kt. Bern – das geht zu weit!" FVS-Mitglied Anne-Marie Rey will Beschwerde führen. Seite 3 DV 2006: Willkommen in Bern! Wohnung im 2. Stock zur Miete lebte, damals, als er Beamter im Patentamt war. Er hat später an der Universität Bern auch habilitiert. 2005, im Einstein-Jahr, widmete Bern dem unkonventionellen Wissenschaftler und Freidenker eine viel beachtete Ausstellung (verlängert bis Oktober 2006). neue Geschäftsstelle der FVS, ein Büro und Sitzungszimmer, das auch vom Zentralvorstand und der Sektion Bern regelmässig benützt wird. Alle Sektionen sind herzlich eingeladen, sich für einen Besuch, z.B. mit Mittagessen im Garten, anzumelden. Im Haus wohnt nämlich auch unser langjähriges, Zentrum Paul Klee, Bern In Bern steht aber auch das Freidenker-Haus, an der Weissensteinstrasse 49 B. Das Haus wurde der FVS 1945 vom Berner Freidenker Otto Kunz vermacht und ist seither das finanzielle Rückgrat der Vereinigung. Das Haus ist in gutem Zustand und bietet modernen Komfort zu vergleichsweise günstigen Mieten. Im Erdgeschoss ist – gemäss Verfügung des Erblassers – eine Wohnung für die FVS reserviert. Dort befindet sich seit diesem Jahr die '"Religionskritik muss sein. Dabei darf uns nichts heilig sein – ausser dem Menschen." Maryam Namazie, Autorin und TVProduzentin. Seite 4 äusserst aktives Mitglied des FVS-Zentralvorstandes und des internationalen Rates der Weltunion, Jean Kaech zusammen mit seiner nicht minder aktiven Frau, Rosette Kaech. Die beiden werden auch die Gastgeber an der diesjährigen Delegiertenversammlung im Hotel Bern sein – sie freuen sich auf Sie! Reta Caspar Gäste sind an der DV willkommen. Anmeldung bitte via Geschäftsstelle. "Soweit ich weiss, wird in keinem Kirchenlied das hohe Lied der Intelligenz gesungen. " Bertrand Russell, Philosoph und Gesellschaftskritiker. Seiten 2, 7 FREIDENKER 5/06 1 Un libro sempre attuale "Perché non sono cristiano" "storicamente non si sa nulla di lui, e si arriva anche a dubitare della sua esistenza". E neppure così eccezionale, visto che molte frasi dei Vangeli "hanno recato paura e terrore alIa umanità, e non mi sento di riconoscere un'eccezionale bontà in chi le pronunciò". Del cristianesimo organizzato, poi, Russell pensa ancora peggio, e cioè che "è stato ed è tuttora il più grande nemico del progresso morale del mondo", e che "in ogni tempo si è manifestata una ferma opposizione da parte della Chiesa contro ogni forma di progresso in campo morale e umanitario". Affermazioni certo difficili da digerire per i credenti, ma altrettanto difficili da controbattere per chi ricorda da un lato le inopportune chiusure del Vaticano nei confronti delle maggiori innovazioni scientifiche, dall'eliocentrismo all'evoluzionismo alle biotecnologie, e dall'altro gli opportunistici concordati stipulati dalla Santa Sede con Mussolini ne11929, Hitler ne11933, Salazar nel 1940 e Franco nel 1953 (dimmi con chi vai, e ti dirò chi sei). Quanto all'atteggiamento del cristianesimo riguardo al sesso, cos'altro potrebbe dire Russell se non che esso è "morboso e innaturale", e che come altre sue dottrine fondamentali richiede "una buona dose di perversione etica in chi le accetta"? In fondo, le premesse biologiche della morale cristiana sono una madre che rimane vergine "prima, durante e dopo il parto", una procreazione assistita eterologa ante litteram, un esempio di vita completamente asessuata, e una predicazione per la quale "è bene non toccare donna", anche se "è meglio sposarsi che bruciare dalla passione" (Lettera ai Corinzi, I, 4). Le conseguenze logiche diventano così il celibato e l'astinenza nei casi migliori, e la pedofilia e la perversione in quelli peggiori: ovvero, in entrambi, un comportamento innaturale o morboso, come volevasi appunto dimostrare. Più in generale, Russell avanza due obiezioni contro la religione. Anzitutto, "l'anacronismo di precetti che risalgono a epoche in cui gli uomini erano Mentre è in pieno svolgimento l'annuale trionfo dell'irrazionalismo e della mistificazione, Longanesi pubblica la traduzione in italiano di Tina Buratti Cantarelli del libro Perché non sono cristiano di Bertrand Russel, con appendice di Paul Edwards e l'introduzione di Piergiorgio Odifreddi, che vi propongo quale contributo in lingua italiana del "freidenker – libero pensatore". Il cristianesimo pervade la società occidentale da così tanto tempo, e in maniera così invasiva, che le opinioni su di esso e sul suo ruolo ricoprono l'intero spettro delle possibilità: dalla constatazione di Soren Kierkegaard che "non possiamo essere cristiani", per l'impossibilità di vivere un autentico rapporto personale con Gesù, alla affermazione di Benedetto Croce che "non possiamo non dirci cristiani", per il ruolo che la fede e la Chiesa hanno avuto nella formazione della nostra cultura, al pronunciamento di Marcello Pera che "dobbiamo dirci cristiani", perché la laicità e la democrazia non sarebbero (state) possibili al di fuori della tradizione evangelica. Evidentemente, e nonostante le loro differenze reciproche, gli esistenzialisti, gli idealisti e gli apostati hanno almeno un aspetto in comune: la mania di elevare le proprie opinioni personali al rango di verità universali. I logici sono più modesti, come dimostra fin dal titolo "Perché non sono cristiano" di Bertrand Russell: una memorabile raccolta di una dozzina di saggi scritti tra il 1925 e il 1954 (a parte una curiosità filosofica del 1899), in cui egli dice la sua su tutti gli aspetti della religione in generale, e del cristianesimo in particolare. E la dice apertamente, senza nascondersi, dichiarando fin dalla prefazione: "Penso che tutte le grandi religioni del mondo siano, a un tempo, false e dannose".Quanto alla giustificazione del titolo del libro, è presto detta: "In primo luogo, non credo in Dio e nell'immortalità; e in secondo luogo, Cristo, per me, non è stato altro che un uomo eccezionale". Anzi, a pensarci bene, più un personaggio letterario che un uomo, visto che in fondo Bertrand Russel Perché non sono cristiano Introduzione di Piergiorgio Odifreddi Euro 14,60 221 p., rilegato Anno 2006, Longanesi ISBN 88-304-2348-3 più crudeli, e perpetuano così abitudini contrarie alla nostra coscienza attuale": cosa che dovrebbe essere ovvia, visto che le regole di vita adatte ai pastori analfabeti del deserto di duemila anni fa difficilmente possono essere automaticamente applicabili agli abitanti multimediali delle metropoli di oggi. E poi, la propensione moderna a "chiedersi se la religione sia utile, anziché di capire se essa sia vera": non a caso, un capitolo del libro è la trascrizione di un dibattito (o, se si preferisce, un dialogo fra sordi) sull'esistenza di Dio tra Russell e un gesuita, trasmesso dalla BBC. Da parte sua, l'obiezione che la religione rivolge in genere ai non credenti è che, come direbbe l'lvan dei Fratelli Karamazov, se Dio non ci fosse allora tutto sarebbe permesso. In più parti del libro Russell dimostra invece che un'etica laica è possibile, e la riassume nella massima: "la vita retta è quella ispirata dall'amore e guidata dalla conoscenza". Naturalmente, lungi dall'essere innocua, questa affermazione è in aperto contrasto con le regole di comportamento che si ispirano alla religione, additata senza mezzi termini come "una forza del male": ad esempio, non sono certo né l'amore né la conoscenza a proibire pagina 3 l'educazione sessuale, 2 FREIDENKER 5/06 Delegiertenversammlung 2006 Kirchenfinanzierung Delegiertenversammlung 2006 Sonntag, 21. Mai 2006 10.00h, Hotel Bern, Bern Die Freidenkerin Anne-Marie Rey (Mitglied der Sektion Bern FVS) will die Verfassungsmässigkeit der Kirchenfinanzierung aus allgemeinen Steuermitteln klären lassen. Sie braucht dazu die Unterstützung der FVS. Nachfolgend ihre Überlegungen: Grundlage ist die Bundesverfassung, welche die Glaubens- und Gewissensfreiheit garantiert, aber keine Trennung von Kirche und Staat vorschreibt. Die Kantone sind zuständig für die Regelung des Verhältnisses zwischen Kirche und Staat, die Regelung ist von deshalb von Kanton zu Kanton unterschiedlich. Gemäss Bernischer Verfascont. pag. 2 sung sind die "Landeskirchen"' (reformierte, römisch- und christ-katholische Kirche) öffentlich-rechtliche Körperschaften, und"bestreiten ihren Aufwand durch die Beiträge ihrer Kirchgemeinden und durch die vom Gesetz bezeichneten Leistungen des Kantons". Gemäss dem Gesetz über die bernischen Landeskirchen "legt der Grosse Rat die Zahl der vom Kanton besoldeten Pfarrstellen fest". Zur Zeit werden ca. 450 Vollzeitstellen durch den Kanton – nicht etwa aus der Kirchensteuer, sondern aus allgemeinen Steuergeldern berappt. Pfarrer und Priester sind also eigentlich Staatsangestellte. Seite 4 la masturbazione, i rapporti prematrimoniali, la contraccezione, l'aborto, la convivenza e il divorzio. In un capitolo del maggio 1940 Russell notava che "la plutocrazia e la Chiesa si coalizzano per scagliare accuse di comunismo [sic] contro chiunque non abbia opinioni conformi", come quelle appena elencate. E sapeva cosa stava dicendo, visto che si trovava nel bel mezzo di un'imbarazzante vicenda accaduta a New York, dov'era stato invitato a insegnare al City College. Le proteste di un vescovo avevano scatenato una tipica caccia alle streghe statunitense che culminò in un processo, intentato da una signora di Brooklyn che temeva ciò che sarebbe potuto accadere alla figlia se un tale filosofo avesse insegnato in città, nonostante il fatto che i corsi dell'università fossero riservati per statuto ai soli uomini! L'avvocato dell'accusa definì le opere di Russell "lascive, libidinose, sensuali, erotiche, afrodisiache, irriverenti, grette, false e prive di contenuto morale", e sostenne che era "contrario all'interesse pubblico nominare un insegnante che propugna l'ateismo". Il filosofo ricevette le dichiarazioni di solidarietà del mondo accademico, ed Einstein osservò: "I grandi spiriti hanno sempre trovato la violenta opposizione dei mediocri, i quali non sanno capire l'uomo che non accetta stupidamente i pregiudizi ereditati, ma con onestà e coraggio usa la propria intelligenza". Il giudice revocò comunque la nomina, con la motivazione che Russell era uno straniero, era stato assunto senza regolare concorso e "aveva divulgato dottrine immorali e libertine". L'episodio ebbe l'effetto pratico di impedire allo "straniero" non solo di insegnare in tutti gli Stati Uniti, dai quali non poteva andarsene per via della guerra, ma anche di tenere conferenze e scrivere articoli. Come racconta egli stesso nella sua "Autobiografia", la situazione era aggravata dal fatto che i suoi sostenitori lo immaginavano, in quanto pari di Inghilterra, possessore di grandi tenute ancestrali e ricchissimo. A salvarlo dall'essere ridotto sul lastrico fu un mecenate di Filadelfia, il dottor Albert Barnes, che gli fece un contratto per scrivere la "Storia della filosofia occidentale", poi divenuta il suo maggior successo editoriale. E fu proprio quel libro a essere citato nella motivazione ufficiale del premio Nobel per la letteratura che venne assegnato a Russell nel 1950, quando l'Accademia Svedese decise di onorare le sue opere come"un servizio alla civilizzazione morale", e lui come "un brillante campione dell'umanità e del libero pensiero": evidentemente, i paesi scandinavi luterani hanno Traktanden 1. Begrüssung und Mitteilungen 2. Mandatsprüfung 3. Traktandenliste 4. Wahl der Stimmenzähler 5. Wahl des Tagespräsidenten 6. Protokoll der DV 2005 7. Jahresberichte 8. Jahresrechnung 2005, Revisorenbericht, Déchargeerteilung 9. Festlegung Zentralbeitrag, Abopreis und Beitrag Einzelmitglieder 10. Anträge an die DV 10.1. "Mitgliedschaft auf Lebenszeit" Gegenvorschlag des ZV 10.2. Defizitgarantie Klage A. Rey "Pfarrgehälter Kanton Bern" 11. Bericht Geschäftsstelle FVS 12. Wahlen 13. Internationale Organisationen 14. Bericht Liegenschaft Bern 15. Delegiertenversammlung 2007 16. Varia standard di civiltà, moralità, umanità e libertà diversi da quelli dei paesi anglosassoni puritani, per non parlare dei paesi latini cattolici. Ma è proprio per questo che il libro di Russell continua a mantenere intatta, a cinquant'anni dalla pubblicazione nel 1957, la sua efficacia come vaccino di prevenzione e antidoto di disintossicazione sia per gli Stati Uniti che per l'Italia di oggi, in cui gli untori teo-con hanno ormai invaso parlamenti e ministeri, dai quali infettano media e scuole con le 'teologiche conneries' che danno loro il nome. Dunque, lo leggano e lo diffondano tutti coloro che vogliono immunizzare se e il prossimo dalle epidemie di integralismo e di fondamentalismo che minacciano di recidere le vere radici dell'Occidente: che non sono, nonostante ciò che si canta in Vaticano e si controcanta in Senato, quelle cristiane e superstiziose dell'Era delle Tenebre, bensì quelle laiche e razionali dell'Era dei Lumi. Piergiorgio Odifreddi FREIDENKER 5/06 3 Fortsetzung von S. 5 Anne-Marie Rey beurteilt. Seine Auskunft: Der alte Art. 49, Absatz 6 BV "Niemand ist gehalten, Steuern zu zahlen, welche speziell für eigentliche Kultuszwecke auferlegt werden", wurde nicht in die neue Bundesverfassung übernommen. Die nun fehlende Sonderregelung schafft eine neue rechtliche Situation, die auch eine Neubeurteilung erfordert. Das würde einen gewissen Optimismus wecken. Die Frage wurde zudem seit einem Vierteljahrhundert nicht mehr entschieden. Gleichzeitigt weist er jedoch darauf hin, dass das Bundesgericht betreffend die juristischen Personen 1999 an seiner kirchenfreundlichen Haltung festgehalten hat. Als Fazit bleibt: "Die Rechtslage hat sich leicht verändert, es wäre also möglich, es wieder einmal zu versuchen. Die Beschwerde wäre nicht zum vornherein aussichtslos. Allerdings gibt es ein hohes Risiko." Vorgehen und Kosten Folgendes Vorgehen ist vorgesehen und folgende Kosten sind zu erwarten: Einsprache gegen definitive Steuer veranlagung: kostenlos Steuer-Rekurskommission: Fr. 1'000.Verwaltungsgericht: Fr. 2'500.Bundesgericht: ca. Fr. 4'000.Anwaltskosten: max. Fr. 10'000.Total also bis zu max. 20'000 Franken (wenn ich gewinne, deutlich weniger). Risikogarantie Ich möchte diesen Schritt – nötigenfalls bis vor Bundesgericht – wagen und bin auch bereit, selber etwas zu investieren, allerdings nur, wenn sich andere am finanziellen Risiko beteiligen. Ich habe daher die FreidenkerVereinigung um eine Art Risikogarantie gebeten. Sollte der Weiterzug an die nächst höhere Instanz aussichtslos erscheinen, so ist es auf jeder Stufe möglich, auf ein Weiterziehen zu verzichten. Dieser Entscheid wäre jeweils in Absprache mit dem Vorstand der Freidenker zu treffen. 70 Mio. Franken pro Jahr Wenn der Staat gewisse Dienstleistungen von Kirchen subventioniert, die Geboren 3.9.1937 als Tochter eines Frauenarztes. Ausbildung zur Übersetzerin. Verheiratet, 3 (heute längst erwachsene) Kinder. 1971 Mitglied im Initiativkomitee "Für straflose Schwangerschaftsunterbrechung". 1973 Mithilfe bei der Unterschriftensammlung für die Initiative für die Trennung von Kirche und Staat. 1973-2003 Mitglied im Präsidium der Schweiz.Vereinigung für Straflosigkeit des Schwangerschaftsabbruchs. 1980-88 SP-Gemeindepolitikerin 1988-1995 Grossrätin Kt. Bern . In dieser Funktion (vergeblicher) Versuch, eine stärkere Trennung von Kirche und Staat in der neuen Kantonsverfassung zu erreichen. Sonstige politische Schwerpunkte: Frauen- und Umweltpolitik. 1991 Austritt aus der evang.-ref. Kirche mit der Begründung "Atheistin". im allgemeinen gesellschaftlichen Interesse liegen und ohne Missionierung erfüllt werden, dann ist dagegen nichts einzuwenden. Das ist z.B. in Basel-Stadt der Fall. Aber die Besoldung von Geistlichen im Kanton Bern – das geht zu weit. Die Besoldung von Geistlichen ist eindeutig eine Ausgabe für Kultuszwecke, das wird auch vom Bundesgericht festgehalten. Der Kanton Bern gibt für die Pfarrerbesoldung jährlich etwa 70 Mio aus. Für die einzelnen SteuerzahlerInnen macht das zwar nicht viel aus, – ich möchte da nicht falsche Vorstellungen wecken: es geht um etwa 1% der Kantonssteuern. Aber für mich ist das eine ganz grundsätzliche Frage, es geht um Grundrechte, um Glaubensund Gewissensfreiheit. Anne-Marie Rey, Zollikofen Diese Sachlage hat mich schon lange geärgert: Obwohl ich aus der Kirche ausgetreten bin, muss ich an die Besoldung von Pfarrern bezahlen. Ganz besonders ärgere ich mich, wenn ich an unseren fundamentalistischen Pfarrer in Zollikofen denke oder an die katholischen Priester, die sich wohl oder übel letztlich an die Befehle aus Rom halten müssen. Fakten Seit fast 100 Jahren ist diese Frage – Bezahlung von Kultusaufgaben aus allgemeinen Staatssteuern – vom Bundesgericht nicht mehr beurteilt worden. 1999 erging letztmals ein Urteil betreffend die Zulässigkeit der Besteuerung juristischer Personen (Firmen, Organisationen). 1981 befasste sich das Bundesgericht letztmals mit Sondersteuern für natürliche Personen auf Gemeindeebene bzw. 1974 mit Zahlungen für Kultusaufgaben aus allgemeinen Gemeindesteuern. Das Bundesgericht wollte beide Male nicht von früheren Entscheiden abweichen, die solche Zahlungen aus Gemeindesteuern als unzulässig erklärten, verwies aber auf weit zurückliegende Urteile, wonach der Wortlaut der (alten) BV Zahlungen aus der allgemeinen kantonalen Steuer nicht ausschliesse. Das Bundesgericht schrieb dazu: "Es handelt sich um die Ausnahme von einer Verfassungsvorschrift, die den Schutz eines fundamentalen Freiheitsrechts (Glaubens- und Religionsfreiheit) garantiert. Es würde kaum verstanden, wenn man heute, wo die Tendenz zu einem wirksameren Schutz dieser Freiheitsrechte festzustellen ist, die Beschränkung einer solchen Freiheit (auf die Gemeindeebene) ausdehnen würde." – das war 1974! Heute – denke jedenfalls ich – wird es nicht mehr verstanden, weil es absolut unlogisch ist, dass etwas auf Gemeindeebene unzulässig, auf Kantonsebene aber zulässig sein soll... Chancen einer Beschwerde Ich habe mich an einen Juristen gewandt, der sich im öffentlichen Recht auskennt, und ihn gefragt, wie er die Chancen einer Beschwerde gegen die Bezahlung von Kultusaufgaben aus allgemeinen Kantonssteuern heute JA zur Risikogarantie Die Sektion Bern der FVS hat an ihrer Generalversammlung 2006 bereits eine Risikogarantie von Fr. 5'000.gutgeheissen. Der Zentralvorstand der FVS begrüsst das Engagement von Anne-Marie Rey und beantragt der Delegiertenversammlung, Fr. 5'000.- als Risikogarantie zu sprechen, da die Beschwerde im Interesse der Vereinigung liegt. 4 FREIDENKER 5/06 Karikaturenstreit Religionskritik muss sein Nachfolgend drucken wir Maryam Namazies Rede auf dem Trafalgar Square-Marsch, an dem in London am 25. März 2006 ein paar Hundert Menschen teilgenommen haben, um gegen die Kleinmütigkeit der europäischen Öffentlichkeit im Karikaturenstreit zu demonstrieren: "In Iran wurden Bus-Arbeiter aus Teheran festgenommen, die ihre Rechte einforderten – mitsamt ihren Frauen und Kindern, einige wurden gefoltert. In Afghanistan werden Lehrer, die das Recht von Mädchen auf Erziehung verteidigen, mit dem Tode bedroht. In Irak werden Frauenrechts-Aktivisten bedroht, weil sie Gleichheit und Freiheit fordern. In Iran schmachten Journalisten im Gefängnis, die einen satirischen Artikel veröffentlichten, in dem der Aufstieg Khomeinis mit AIDS verglichen wird. Im Jemen droht dem Redakteur Mohammad Al Asadi die Hinrichtung, weil er daran erinnerte, wie Mohammed für den Tod einer Frau plädierte, die ihn beleidigt hatte. Die Liste ist endlos... Viel zuviele weitere namenlose und gesichtslose Menschen auf dem Globus werden bedrängt, bedroht, gefesselt und geknebelt, gar getötet, weil sie offen sprechen und ihre Meinung sagen. Und das geschieht nicht nur 'dort drüben', sondern auch hier: Eine Website in Schweden, die die Mohammed-Karikaturen veröffentlichte, wurde geschlossen. Redakteure in Frankreich wurden gefeuert. Das Behzti-Theaterstück wurde abgebrochen, nachdem Sikhs sich beleidigt fühlten. Ein schottischer KrebshilfeWohltätigkeitsverein wurde so eingeschüchtert, dass er es ablehnte, Geld anzunehmen, das von der Jerry-Springer-Oper eingebracht wurde. Auf Autoren, die hier leben und schreiben, einschliesslich meiner selbst, lauern tödliche Bedrohungen in den Fäden des Ummah-Net (Islamische Website). Menschen werden festgenommen und vor Gericht gezerrt, weil sie Plakate oder Flugblätter mit den Mohammed-Karikaturen darauf tragen. Es ist klar, dass Meinungsfreiheit und Redefreiheit keine Luxusgüter oder westliche Werte sind. Sie sind wesentlich für Menschen überall. Und mehr und mehr Menschen erheben sich, nachdem eine Regierung nach der anderen und eine Organisation nach der anderen Entschuldigungen für die Mohammed-Karikaturen verlangt und in unser aller Namen gegeben hat. Was diese Menschen zu sagen haben ist, dass sie nicht käuflich sind. Wir wissen es besser als die Apologeten. Alle Begrenzungen der Meinungs- und Ausdrucksfreiheit sind in Wirklichkeit Versuche der Mächtigen oder der um die Macht Ringenden, unsere Rechte – und die Rechte der Bevölkerung schlechthin – zu beschneiden. Man kann nicht die Menschlichkeit verteidigen, ohne für ihr Recht zu kämpfen, zu sprechen und sich zum Ausdruck zu bringen... Dabei darf nichts als heilig gelten ausser dem Menschen. Gewisse Ausdrucksformen und Redeweisen als heilig zu definieren ist nur ein Werkzeug zur Unterdrückung der Gesellschaft; zu behaupten, dass Rede und Ausdruck beleidigten, ist in Wirklichkeit ein Versuch, sie zu beschränken. Und natürlich: Was für am Allerheiligsten gehalten wird, insbesondere in dieser Neuen Weltordnung, ist die Religion, und was als das Beleidigendste angesehen wird, ist Kritik und Spott gegen die Religion und ihre Statthalter auf Erden. Warum soll man das tun, Religion Lasst Euch nicht täuschen und dazu bringen, etwas anderes zu glauben. Und genau deshalb ist die Verteidigung von Meinungs- und Ausdrucksfreiheit so untrennbar verknüpft mit der Verteidigung anderer Rechte. Man kann nicht das eine ohne die anderen verteidigen. Man kann das Recht auf Meinungs- und Ausdrucksfreiheit nicht ohne das Recht auf Asyl, Streik und Organisation verteidigen, nicht ohne Arbeitsrechte, Frauenrechte, Kinderrechte, nicht ohne das Recht, in einer säkularen Gesellschaft zu leben, das Recht auf Gleichheit und Freiheit, die universalen Menschenrechte, das Recht, Religion und Atheismus und Glauben als Privatsache behandelt zu sehen, das Recht, ein der Menschheit des 21. Jahrhunderts wertes Leben zu leben. Und natürlich auch umgekehrt: kritisieren, wenn es doch beleidigt? Weil es getan werden muss. Weil Spott eine Form der Kritik ist, eine Form des Widerstandes, eine ernstzunehmende, seriöse Form, der Reaktion entgegenzutreten! Während wir uns alle gelegentlich durch irgendetwas beleidigt fühlen können, sind die Religion und ihre Anhänger immerzu beleidigt. Sie scheinen ein Monopol aufs Beleidigtsein zu haben, erklären ihre Religion zum unbetretbaren Naturschutzgebiet und bringen all diejenigen zum Schweigen, die sie beleidigen. Und glaubt nur nicht, diese reaktionäre, rechtsradikale politische Islambewegung sei nur beleidigt, wenn Islam und Mohammed kritisiert werden. Sie ist beleidigt, wenn man auf der Strasse Hand in Hand Seite 6 FREIDENKER 5/06 5 Fortsetzung von Seite 5 geht, Sex ausserhalb der Ehe hat; sie ist beleidigt, wenn man das Gesicht nicht oder nicht ordentlich genug verschleiert; sie ist beleidigt, wenn man gewisse Musik hört oder Evolution und überhaupt Wissenschaft lehrt oder wenn man es wagt, Mädchen zu unterrichten; sie ist beleidigt, wenn man schwul ist oder wenn man eine Frau ist – auf viele dieser Dinge steht übrigens die Todesstrafe oder zumindest Prügel- und Gefängnisstrafen in vielen Ländern unter Islamherrschaft... Es ist doch interessant, wie die politische Islambewegung bedrängt, erniedrigt und tötet – unter dem Banner des Islam – und wir dürfen sie nicht einmal verspotten oder kritisieren. Religion erachtet eine Frau als halb soviel wert wie ein Mann, Schwule als pervers, Sex ausserhalb der Ehe als Sünde und so weiter und so fort – aber ein paar Karikaturen sollen beleidigend sein! Beleidigend oder nicht, heilig oder nicht: Religion und Aberglaube – Islam, Christentum, Hinduismus, Judentum, Scientology und so weiter – müssen offen sein für alle Formen von Kritik und Spott. Das müssen sie hauptsächlich und besonders deshalb, weil Religion kein Phänomen vergangener Zeitalter ist, sondern als politische Bewegung in der ganzen Welt Verwüstungen anrichtet. Es vergeht keine Sekunde, ohne dass irgendeine Grausamkeit von ihr verübt wird. Sie hängt Menschen an Kränen und Laternenpfählen auf, sie steinigt sie zu Tode – im 21. Jahrhundert –, und das Gesetz schreibt sogar genau vor, welche Grösse die Steine haben sollen, die dazu verwendet werden; sie schneidet Gliedmassen ab und Köpfe. Religion muss kritisiert und verspottet werden, denn das ist es, wodurch die Reaktion die gesamte Geschichte hindurch zurückgestossen wurde. Das ist es, wodurch die Gesellschaft sich die gesamte Geschichte hindurch weiterentwickeln und wodurch sie Fortschritt erreichen konnte. Wie dies als Angriff auf Muslime oder Christen oder Sikhs oder Scientologen per se betrachtet werden kann, liegt jenseits meines Verständnisses. Ist etwa ein Angriff auf die Glaubensgrundlagen und die Verübung weiblicher Genitalverstümmelung ein Angriff auf die Mädchen, die verstüm- melt werden? Ist die Kritik am israelischen Staatsterrorismus ein Angriff auf Juden? Ist ein Angriff auf die BNP, die die christliche Kultur fördern will, oder auf das Britische Christliche Konzil, das sie kürzlich gegründet hat, oder ist Spott gegen Jesus gleichzusetzen mit Rassismus gegen Christen? Nein, natürlich nicht. Und das gleiche gilt für das Britische Muslimische Konzil, Hamas, das islamische Regime Irans und die Mohammed-Karikaturen. Islamophobie – sowie "ChristentumsPhobie", die ja nun nach Wunsch der Kirche auch in die Rechtsterminologie der Vereinten Nationen aufgenommen werden soll – ist kein Rassismus. Denn Kritik an einer Religion, an einer Idee, einem Glauben und sogar an Praktiken, die aus diesem Glauben hervorgehen – ja, selbst eine Phobie und Hass auf religiösen Glauben – haben nichts mit Rassismus gegen wirkliche, lebendige, menschliche Wesen zu tun. Gegenteilige Behauptungen sind nur Bestandteile eines Manipulationsversuches mit dem Ziel, jegliche Kritik der Religion und der politischen Bewegung, die Religion als ihr Banner hochhält, zum Schweigen zu bringen. Es sind heute zwei Pole des Terrorismus, die die Welt bedrohen und zu ihrer Geisel machen: Der Staatsterrorismus unter Führung der USA Maryam Namazie wurde in Teheran geboren. Die Familie verliess 1980, als die islamistische Republik errichtet wurde, den Iran. Nach ihrem Studium in den USA war sie für verschiedene Flüchtlings- und Menschenrechtsorganisationen tätig. Sie arbeitet heute als Autorin, TV-Produzentin in England. 2005 wurde sie von der dortigen National Secular Society zur "Säkularistin des Jahres" gekürt. auf der einen Seite und die politische Islambewegung auf der anderen haben viel mehr Gemeinsamkeiten als sie zugeben wollen. Schliesslich waren sie einmal Freunde und viele sind es immer noch. Beide benutzen Religion, um die Errungenschaften anzugreifen, die die Menschheit in den vergangenen Jahrhunderten erreicht hat. Beide verteidigen Religion und benutzen sie. Meinungs- und Redefreiheit gehören zu den wenigen Mitteln, die vielen zur Verfügung stehen, um diesem Terrorismus und seinem Angriff auf universelle Werte und Normen entgegenzutreten. Wir müssen sie bedingungslos verteidigen. Es kann kein Wenn und Aber geben." Maryam Namazie Rationalist International Nr. 153, März 2006 Büchertisch Warum ich kein Muslim bin Mohammed oder Muslime, die zu Gott sprechen. Oder es könnten Engel sein, die sprechen aber nicht Gott. Das haben auch schon viele muslimische Gelehrte vor Jahrhunderten festgestellt. Abgesehen davon – und das sagen auch Gläugbige, wimmelt der Koran nur so von Missverständnissen, geschichtlichen Fehlern, geographischen Ungereimtheiten und unzähligen Grammatikfehlern. Für mich steht fest, der Koran ist ein menschliches Produkt." Nur eine Korankritik, so Warraq, könne den Moslems dabei helfen, ihre heiligen Texte rationaler und mit grösserer Objektivität zu interpretieren. Es sei kein Zufall, dass das Toleranzideal in der Aufklärung mit der Entwicklung der historischen Bibelkritik "Warum ich kein Muslim bin" ist ein Frontalangriff auf den Islam. Warraq stellt wie Luther Fragen, die einst auch der katholischen Kirche unbequem waren und die Inquisition auf den Plan riefen. Er sieht sich in der philosophischen Tradition christlich-europäischer Aufklärung. Warraqs Ziel: Auch ein Muslim soll wie Nietzsche sagen dürfen "Gott ist tot", ohne dafür sterben zu müssen. Als Islamforscher hinterfragt er die Existenz und die Schwächen Allahs und seines Propheten. Während in der Bibel nicht jedes Wort für göttlich gelte, nähmen Muslime den Koran für Gottes Wort. Warraq kritisiert auch den Koran. Dafür steht im Islam die Todesstrafe. "Das ist nicht Gott, der im Koran spricht", sagt Warraq. "Im Gegenteil, es sind 6 FREIDENKER 5/06 einhergegangen sei. Nur wenn eine Religion sich zu ihren heiligen Quellen zu distanzieren vermag, können Toleranz und Pluralismus anstelle des religiösen Absolutheitsanspruches treten. Die Korankritik könnte verhindern, dass sich gläubige Moslems von den Suren und Predigern aufhetzen lassen. Die Gefahr der falschen Koraninterpretation gehe heute vor allem von den religiös Halbgebildeten aus. "Die Mehrheit der Muslime ist nicht arabischsprechend und hat den Koran in seiner Originalfassung nie gelesen, sondern nur Übersetzungen", meint Ibn Warraq. "Viele haben dem Islam den Rücken gekehrt, weil sie den Koran zum ersten Mal gelesen haben. Aber der Abfall vom Glauben wird im Islam mit dem Tod bestraft. Sie werden eliminiert." Der Islam, so der Islamforscher weiter, erlaube keinen Abfall vom Glauben. Der Islam kenne keine Reformation und Aufklärung wie das Christentum. Auch in der Bibel fänden sich gewalttätige Stellen, Vorstellungen von Warum ich kein Christ bin Bertrand Arthur William Russell (1872-1970) war Mathematiker (im speziellen Logiker) und Philosoph. Er unterrichtete u.a. an der Harvard University und war ein sehr bedeutendes Mitglied der elitären Wissenschaftler-Gesellschaft Cambridge Apostles. Zusammen mit Alfred North White-head schrieb er die "Principia Mathe-matica", eines der wichtigsten Werke mathematischer Grundlagenforschung. Neben seinen mathematischen Schriften veröffentlichte er noch viele weitere gesellschaftskritische und philosophische Studien. 1950 erhielt er den Nobelpreis für Literatur. Sein Bekenntnis "Warum ich kein Christ bin" war zuerst eine Rede, gehalten 1927 vor der National Secular Society in London, später hat er es äusserst erfolgreich als Essay publiziert. 1955 verfasste er zusammen mit Albert Einstein (und anderen) ein RussellEinstein-Manifest, in dem zur Verantwortung in Wissenschaft und Forschung aufgerufen wurde. Russell war Friedensaktivist. 1963 rief er gemeinsam mit Jean-Paul Sartre das Vietnam-Tribunal gegen die USA ins Leben. Gericht, Verdammnis und Hölle. Doch das Christentum akzeptiert universale Menschenrechte. Die Muslime wiederum haben ihre eigene Menschenrechtsdeklaration veröffentlicht. Im Koran finden sich keine festgeschriebenen Menschenrechte. Der Gewaltbegriff im Koran spaltet die islamischen Denkschulen. Ibn Warraq hat den Koran gründlich analysiert: "Nein, der Islam ist keine Religion des Friedens. Sie müssen sich nur den Koran anschauen. Ein Skeptiker hat ihn einmal untersucht. Es hat sich gezeigt, dass es über 560 Passagen mit Gewalt und Grausamkeit gibt und nur ungefähr 60 Passagen, die Toleranz predigen. Das ganze Buch ist übersät mit Drohungen des Höllenfeuers. Der Islam ist totalitär, es gibt strikte Vorschriften, wie man sich waschen soll, mit welcher Hand man essen soll, wie man Liebe machen soll. Die Religion will alles kontrollieren, ist totalitär. Sie will vorschreiben, was man lesen und denken soll und was nicht." Der Islam kennt keine Trennung von Staat und Religion. Freier Wille und Eigenverantwortung stehen gegen die kollektive Vorbestimmung Allahs. Der radikale Islam nimmt Säkularisierungstendenzen und eine Modernisierung als Existenzbedrohung wahr. "Die Moslems dürfen den Koran nicht wörtlich nehmen, sie müssen sich vom Text emanzipieren. Das hat auch in Europa zur Aufklärung geführt und das kann auch den Islam zur Aufklärung führen. Ich glaube, der Fundamentalismus und Islamismus der heutigen Zeit ist eine Sackgasse und ein Phänomen, das sich selbst auflösen wird. Ich denke, es kann 20, 30 oder auch 40 Jahre dauern, aber nicht Jahrhunderte." Ibn Warraq sieht sich als Reformierer und das erfordert grossen Mut. Er fühlt sich als säkularer Humanist, nicht als Glau-bensfeind. Ein Moslem, der es wagt, auszusprechen, was viele über den Islam nur denken. Deswegen schreibt er unter einem Pseudonym, deswegen ist er immer noch auf der Flucht. www.3sat.de Ibn Warraq Warum ich kein Muslim bin 522 S., 2004, Euro 29.Matthes & Seitz Berlin ISBN: 388221838X FVS Schweiz Zentralvorstand Sa., 10. Juni 2006, Bern Daten DV 2006 So., 21. Mai 2006, Bern Grosser Vorstand 2006 Sa., 18. November 2006, Olten in den Sektionen Agenda Basel – Union Jeden letzten Freitag im Monat ab 19:00 Uhr: Freie Zusammenkunft im Restaurant "Storchen" Basel. Basel – Vereinigung Jeden letzten Donnerstag im Monat 15 bis ca. 17:30 Uhr: Donnerstag Hock Restaurant "Park", Flughafenstr. 31. Bern Montag, 8. Mai 2006 ab 19:00 Freidenker-Zusammenkunft Freidenkerhaus, Weissensteinstr. 49 B. NEU – Biel-Nidau – NEU Jeden ersten Donnerstag im Monat Freidenker-Stamm 19:00 Rest. "Urania", Bahnhofplatz 1, Biel. Grenchen Freitag, 2. Juni 2006 21:00 Besuch der NEUSternwarte auf den unteren Grenchenberg Treffpunkt beim Parkplatz Post-Nord. Der Besuch findet bei jeder Witterung statt. Alle Mitglieder und Interessierten sind eingeladen zu diesem Ausflug in die Astronomie. Winterthur Mittwoch, 10. Mai 2006 9:45 Tagesausflug nach Lichtensteig Besichtigung der grössten HobbyEisenbahnanlage Europas (Spur 0) und des mechanischen Musikmuseums. Abfahrt mit Privatautos ab Bahnhof Winterthur. Infos bei H. Dünki: 052 222 98 94 Zürich Dienstag, 9. Mai 2006 14:30 Freie Zusammenkunft Thema: 'Religion in der Schule' (siehe auch FREIDENKER 4/06). Offene Diskussion. Restaurant "Schweighof" FREIDENKER 5/06 7 FVS Freidenker-Vereinigung der Schweiz Mitglied der Weltunion der Freidenker (WUF) und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) Trauerfeiern Basel (Vereinigung) 061 401 35 19 oder 061 321 31 48 Basel (Union) 061 601 03 43 oder 061 601 03 23 Bern 031 372 56 03 oder 031 911 00 39 Grenchen 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Luzern und Innerschweiz 041 420 45 60 Schaffhausen 052 337 22 66 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 37 12 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zürich 044 463 16 55 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66 www.freidenker.ch Sektionen Winterthurer Freidenker Postfach 1806, 8401 Winterthur Präsident: J.L. Caspar 052 337 22 66 Sekretariat: D. Dünki 052 222 98 94 Familiendienst: M.Ochsner 052 232 04 77 FVS-Ortsgruppe Zürich Postfach 7210, 8023 Zürich *auch Fax Präs.: H. Rutishauser x0044 463 16 55* Mitgliederdienst: M. Dobler 044 341 38 57 Freidenker-Vereinigung Basel und Umgebung Postfach 302, 4012 Basel *auch Fax Präsidentin: Y. Andrek 061 401 35 19* Vizepräsidentin: B. Bisig 061 321 31 48* Kassier: R. Wenger Tel. 061 692 86 27 Fax 061 692 86 28 Mitgliederdienst: R. Frey 061 421 12 80 Freidenker-Union Region Basel USF Postfach 4471, 4002 Basel Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Infos/Mitgliederdienst: 061 601 03 23 Postkonto: 40-4402-5 Freidenker Bern Postfach, 3001 Bern Präsident a.i.: J. Kaech 031 372 56 03 Mitgliederdienst: J. Kaech 031 372 56 03 Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes, 1285 Avusy Président: J.P. Bouquet 022 756 40 49 tél. et fax Sektion Grenchen und Umgebung Postfach 418, 2540 Grenchen Präsident: S. Mauerhofer 076 388 46 39 info@freidenker-grenchen.ch Mitgliederdienst/ Lotti Höneisen Krankenbesuche: 076 53 99 301 FVS Mittelland Postfach 637, 4600 Olten Präsident: W. Zollinger 062 293 39 30 Freidenker Schaffhausen c/o Rosemarie Imholz Postfach 69 079 751 41 38 Gigering 57, 8213 Neunkirch FVS-Regionalgruppe St. Gallen c/o Susanne Breitler Haldenweg 37 071 351 29 81 9100 Herisau Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori (ASLP) Sezione Ticino Casella postale 721 6902 Paradiso Presidente: R. Spielhofer 091 994 21 45 Ass. vaudoise de la Libre Pensée Case postale 5264 1002 Lausanne Président: J.P. Ravay 022 361 94 00 Secrétariat: 026 660 46 78 FREIDENKER - BIBLIOTHEK Zürich, im Sozialarchiv Stadelhoferstr. 12 (Nähe Bellevue) Bücherausgabe: Mo. - Fr. 10–20 Uhr Sa. 10–13 und 14–16 Uhr Auskunft: 044 251 80 66 FVS-Geschäftsstelle Mitglieder melden ihre Adressänderungen bitte an die Sektionen. 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